Prima dell’invasione bonaria delle prime troupe cinematografiche a metà del secolo scorso, numerose furono le dominazioni che si alternarono alla guida di questo borgo dalla posizione strategica.
Dichiaratosi Libero Comune nel XII secolo, Bagnoregio visse un periodo di grande vivacità culturale e artistica fino al 1695, quando un violento terremoto separò l’attuale Civita dalle altre due contrade, Mercato e Rota. Quest’ultima, nel tempo, si sviluppò fino a diventare l’attuale Bagnoregio mentre Civita restò aggrappata allo sperone di tufo su cui gli antichi Etruschi la fondarono oltre 2500 anni fa, continuando ad alimentare il mito della “città che muore”.
L’accesso a Civita avviene esclusivamente tramite un lungo ponte pedonale, reso celebre da Alberto Sordi in una famosa sequenza di Contestazione generale (1970) di Luigi Zampa. Dal ponte si gode di un meraviglioso panorama sulla Valle dei Calanchi, crinali dalla forma ondulata ed esile. Per visitare la Valle, è consigliabile affidarsi a guide locali esperte; per arrivare al centro di Civita, invece, basta continuare la passeggiata sul ponte.
Porta Santa Maria è l’unico accesso al borgo: passando sotto di essa si possono ammirare le splendide decorazioni che raffigurano dei leoni che calpestano alcune figure umane: sono la rappresentazione metaforica degli abitanti di Bagnoregio che schiacciano i tiranni per guadagnare la libertà.
Nel centro storico si può visitare la chiesa di San Donato, la cattedrale di San Nicola e il Museo Geologico e delle Frane, sito all’interno di Palazzo degli Alemanni. Dal Belvedere si accede alla grotta di San Bonaventura da Bagnoregio: un’antica tomba etrusca a camera dove, secondo la leggenda, il piccolo Giovanni di Fidanza, futuro San Bonaventura, guarì da una grave malattia per intercessione di San Francesco.
Curiosità
In La strada (1954) i girovaghi circensi Zampanò (Anthony Quinn) e Gelsomina (Giulietta Masina) per i loro spettacoli si spostano da una località all’altra grazie a un fatiscente ma efficiente motocarro. Questo pittoresco automezzo in origine era stato assemblato da Ugo Trucca, un trasportatore di Bagnoregio, mettendo insieme una moto “Sertum 500” con la parte posteriore di una macchina. Semidistrutto in seguito a un incidente, il motocarro fu adocchiato e prontamente acquistato dalla produzione del film, che per la ricostruzione e le ulteriori modifiche lo affidò alle mani dello stesso Trucca.
Testi di Franco Grattarola