Il territorio noto come Tuscia, che pressoché coincide con la provincia di Viterbo, fu originato dall’attività eruttiva di tre importanti complessi vulcanici: quello Cimino, a ridosso del capoluogo, quello Vulsino, il più settentrionale e dominato dal lago di Bolsena e quello Vicano, con al centro il lago di Vico.
Entrambi i laghi, formatisi nella caldera dei vulcani spenti, rappresentano una grande attrattiva non solo per le troupe cinematografiche ma anche per i turisti che ogni anno accorrono numerosi sulle loro sponde.
Il lago di Vico, che con i suoi 507 m s.l.m. vanta il primato di altitudine tra i grandi laghi italiani, è uno degli specchi d’acqua più belli dell’Italia centrale. Per proteggere il suo valore naturalistico, dal 1982 è stato inserito nell’omonima riserva naturale che tutela flora, fauna e paesaggi. Meta ambita dai birdwatchers di tutto il mondo per la grande varietà di uccelli acquatici che lì dimorano, il lago di Vico è un’ottima destinazione anche per canoisti, trekkers e appassionati di mountain-bike.
I borghi che lo circondano - tra cui San Martino al Cimino, Ronciglione e Caprarola - offrono una grande ricchezza storico-culturale ed enogastronomica.
La stessa che si ritrova, del resto, a Bolsena, a Capodimonte e a Marta: i paesi che tratteggiano la costa del lago di Bolsena, famoso per essere il lago di origine vulcanica più grande d’Europa (110 km quadrati di superficie). Il Museo Territoriale del Lago di Bolsena, l’Acquario e la Basilica di Santa Cristina, nel borgo che dà il nome al lago, valgono una visita approfondita. Così come la rocca Farnese a Capodimonte, affascinante palazzo signorile dalla pianta ottagonale risalente al XIV secolo, legato a storie di papi, artisti e alla leggendaria figura di Giulia Farnese.
A Marta è imperdibile una passeggiata sul meraviglioso lungolago.
Curiosità
Brancaleone alle crociate (1970), seconda puntata delle disavventure del cavaliere nativo di Norcia, si apre con un manipolo di raccogliticci crociati diretti alla volta della Terra Santa per liberare il Santo Sepolcro. Traversato un lago (il Lago di Vico), scambiato per il mare Mediterraneo (“Lo mare, lo mare! Lodate lo Signore, lodate lo mare!”), da una sponda all’altra, il frate che guida i crociati interroga un pastore di capre catturato da Brancaleone: “Ma questa grande acqua non è lo mare?”. “Noi da ‘ste parti lo dicemo lago… Ma po’ esse”, replica impaurito ma perplesso il prigioniero.
Testi di Franco Grattarola